Rime baciate tra numeri primi. Il romanzo prende il volo.
– Dove siamo? – chiese d’un tratto Adele – Mi sento osservata.
– Vorrei saperlo anch’io – aggiunse Mia mentre si voltava a destra e a sinistra – ci sono occhi dappertutto. E quante espressioni diverse… guardano tutti noi!
Anna prese la parola.
– Siamo in un libro – disse con calma – ci stanno leggendo.
– In un libro? – si intromise Greg – Allora non abbiamo più segreti! Tutti sanno dove siamo e quello che facciamo.
– Mi sento denudato – bisbigliò sommessamente Libero – è come una radiografia delle intenzioni.
– Vedono anche come siamo vestiti? – riprese Adele.
– Sì – rispose Anna – ma non è detto che vedano tutti la stessa cosa. Chi legge immagina con la propria testa, sulla stessa pagina le persone possono vedere cose molto diverse.
– Speriamo bene – sospirò Adele mentre si sistemava addosso il vestitino verde per togliergli le pieghe – mi sembra di capire che i miei abiti dipendono dal gusto dei lettori.
– In un certo senso…- confermò Anna.
Mentre Adele si rassettava la sottana, qualcuno vide una gonna corta, altri un tubino sotto il ginocchio, altri ancora una longuette che scendeva dritta fino alle caviglie. Per tutti era certamente una gonna verde.
Dopo qualche secondo di silenzio, Mia intervenne con una riflessione.
– Certo è proprio strano, leggono delle parole e vedono noi. Significa forse che siamo nascosti nelle lettere dell’alfabeto?
– Credo che le parole siano un mezzo per arrivare qua – disse Sauro – come un treno o una navicella che consente di passare in un’altra dimensione. Qui abbiamo tutto quello che ci serve, è un universo in cui possiamo muoverci liberamente e vivere le nostre vite.
– Adesso che facciamo? – Domandò Greg.
– Penso che si debba andare – rispose Anna – lasciare il peso delle parole e camminare con le nostre gambe. Ora siamo autonomi e reali, dobbiamo staccare il cordone ombelicale.
– Lei non viene? – domandò Mia guardando in alto per riferirsi alla donna che li aveva ideati.
– Temo di no, dobbiamo andare da soli. Siamo come i figli quando lasciano la mano della madre, partiamo per dare un senso alla storia.
– Procediamo allora – disse Libero – gli addii non sono mai stati di mio gradimento. Andiamo senza paura per la nostra strada; lei non ci scorderà.
– Non ci scorderà – dissero gli altri in coro.
Il gruppo si incamminò. Erano incerti, con l’andatura vagamente tentennante. Libero e Adele si tenevano a braccetto, Sauro spingeva la sedia a rotelle di Anna, Mia e Greg si stringevano forte la mano.
Lei li guardò, osservò le loro figure che si allontanavano mentre diventavano sempre più piccole sul rosso della sera. Li vide vacillare, poi riprendersi e incamminarsi di nuovo.
Prima di scomparire si voltarono un’ultima volta e alzarono il braccio in segno di saluto.
Lei ricambiò e si sentì sciogliere dentro. Appoggiò il viso alla finestra e si strinse nel pullover.
– Buona fortuna amici miei, buona fortuna.
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