La vera storia di Cenerentola

Così Cenerentola infilò la scarpetta

e tutti esultarono: ‘calza perfetta!’

Il principe giunse convulso e agitato

a vedere il piedino da tanto cercato.

‘Cara ragazza, adesso sei mia

fai le valigie che ti porto via.

Voglio mostrarti i parenti e gli amici,

ci sposeremo e saremo felici.

Il re, mio padre, a palazzo reale,

sta preparando la festa nuziale;

corri mia cara, partiamo in fretta

sali in carrozza, il regno ci aspetta!’.

La giovane tacque, aspettò un minutino

poi cominciò a parlare pianino.

Come un ruscello che arriva alla foce

lasciò che i pensieri prendessero voce.

‘Mio caro principe, sono onorata

è molto bello sentirsi adorata.

Non posso però accettare i confetti

perché al momento ho altri progetti’.

Cadde il silenzio in mezzo alla ressa

per le parole della principessa;

tutti rimasero ammutoliti

increduli per i discorsi sentiti.

Poi la ragazza riprese a parlare,

cercò gli argomenti per farsi spiegare.

‘Vedi’ -gli disse- ‘non prenderla male,

ma io voglio iscrivermi a un corso serale.

Adesso che ho in mano la libertà,

voglio giocarmela come mi va’.

‘Ma sarai libera!’- ribatté il principino-

‘Potrai viaggiare per tutto il dominio.

E poi vestiti, rinfreschi, galà

avrai ai tuoi piedi la società;

ogni diritto potrai ottenere

ciò che desideri sarà tuo potere’.

‘Niente da fare’- disse lei coscienziosa-

‘la libertà è una cosa preziosa.

Si può pensare che l’autonomia

sia sfrenatezza o emancipazione;

son cose sante, è bene dirlo,

ma quello che voglio è l’immaginazione.

Solo se sogno ciò che sarò

trovo la forza e lo diventerò’.

Fece una pausa la principessa

per far capire la sua scommessa;

andò verso il principe senza indugiare,

posò la scarpetta e riprese a parlare.

‘Non crederai che essere libera

significhi scegliere sul momento,

indossare vestiti belli

oppure mostrare le tette al vento;

Io voglio scegliere perché ho studiato,

capire le cose con la mia testa;

se vinco, vincere perché ho rischiato,

se perdo, amare quello che resta’.

Così se ne andarono i due innamorati

lui al palazzo e lei al serale

erano entrambi un po’ addolorati,

nessuno dei due poteva cambiare.

Si rincontrarono qualche anno dopo,

lui era un re pronto a regnare

avevano entrambi raggiunto lo scopo,

lei era fisica nucleare.

Successe però una cosa strana

su cui nessuno ha voluto indagare;

il giovedì lei prendeva la moto

e andava a trovarlo a palazzo reale.

Nessuno sa dire che cosa facessero

né dove lei andasse a dormire,

in molti pensano che si divertissero

altri a pensarlo son visti arrossire.

Certo è che per anni, il giovedì sera

il re l’aspettava nel suo appartamento;

in qualche modo passava la notte

e il venerdì era sempre contento.

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