Elogio alla stortura

Se non ci fosse la stortura

cammineremmo sempre in pianura;

niente triangoli e piani inclinati

solo poligoni dritti e squadrati.

Direbbe la scala appoggiata sul muro

‘Sono illusione senza futuro’

Così la corda vicino all’arciere

‘Se non mi fletto perdo il mestiere!’.

Col verticale, se ci fai caso,

non si modella la forma del naso;

l’obliquità della lunga salita

dona alla ruota efficacia inaudita.

L’asse terrestre risulta piegato,

nessuno sa chi l’abbia spostato;

accade così che un’inclinazione

accenda la vita a ogni stagione.

Un episodio con abilità

riesce a dividere il giorno a metà:

due volte all’anno i raggi solari

arrivano all’asse perpendicolari.

Facciamo festa, chiudete i negozi

arriva il giorno degli equinozi!

Sono momenti rari e speciali,

il giorno e la notte son lunghi uguali.

Non vi avvilite se siete imperfetti,

se siete strani, ricurvi o bislacchi.

Dentro di voi c’è un segreto geniale

che rende ciascuno a suo modo speciale.

Nel mezzo del cielo è stata scolpita

l’antica legge per la partita:

‘Dalla stortura una scheggia impazzita

genera sempre una forma di vita’.

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