Il ritmo invisibile delle coincidenze

Ogni 17 anni nel Nord America accade un evento bizzarro che agli occhi del mondo passa inosservato. Le cicale della razza Magicicada Septendecim, letteralmente cicale 17, affiorano dal sottosuolo e nel tempo di una notte invadono le foreste. Per sei settimane gracidano, strepitano, si nutrono, si accoppiano e prima di compiere il loro ciclo vitale depositano le uova. 

Ogni 13 anni nelle stesse foreste le cicale del tipo Magicicada tredicim, alla lettera cicale 13, danno vita a un fenomeno analogo e anche questa volta l’avvenimento non fa clamore. Per sei settimane questi insetti strepitano, si nutrono, si accoppiano e depositano le uova. 

La natura ha scelto il 13 e il 17 per completare i due corsi di vita; due numeri che non ammettono divisori comuni e che per questo sono detti primi tra loro. Se i cicli fossero stati di 12 e 18 anni, le due razze avrebbero occupato contemporaneamente la foresta ogni 36 anni e avrebbero lottato per il possesso del suolo; con le cifre 13 e 17 questo accade invece ogni 221 anni e le due specie hanno maggiori garanzie di sussistenza. 

Viene allora da chiedersi se sia possibile che la natura conosca i numeri primi e se utilizzi la matematica per raccontare le sue improbabili storie. C’è una coincidenza che si nasconde dietro un fenomeno che si ripete, l’aspettativa di un evento accidentale che a ben vedere non ha nulla di banale.

Se vi trovate in una foresta nel Nord America abbassate lo sguardo e osservate la casella su cui poggiate i piedi: se è uno dei multipli del 13 o del 17 allora non perdete l’occasione, guardatevi intorno e godetevi quel pullular di vita.

L’augurio, per chi viaggia con il corpo e per chi si sposta solo col pensiero, è di saper prendere il volo e poi tornare per non perdere il sentiero.  

Poter vedere quello che altrimenti passerebbe inosservato, sentire un suono fuori dal rumore ed ascoltare la magia di un rito.

Le cose belle sono là, nella foresta che abbiamo sotto gli occhi e nello sguardo che scegliamo di indossare; nel ritmo colmo dei nostri rintocchi e nelle cose che ci san meravigliare. 

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